Tantra e sessualità, attingere all’energia vitale

tantra

Di Cindy Fogliani

[Cammino con la mia borsa che contiene l’occorrente: un ricambio, asciugamano, plaid, una bottiglia d’acqua e uno spuntino. Uno sconosciuto cammina qualche metro davanti a me con una borsa che potrebbe contenere più o meno lo stesso equipaggiamento. Probabilmente ha la mia stessa meta e non posso impedirmi di chiedermi: cosa faremo io e lui insieme da qui a qualche ora?]

L’argomento tantra dà origine a tante perplessità, resistenze, interpretazioni e pregiudizi per il suo essere associato alla sfera sessuale, ambito circondato ancora da molti tabù. Viola Martinelli e Gianluigi Canevaro hanno riunito da poco le loro attività nella storica e graziosa ex Casa Comunale di Gentilino, dove offrono massaggi tradizionali, trattamenti con campane tibetane, massaggi e corsi tantra, e percorsi per riscoprire il piacere e vivere un’intimità più consapevole.

Entriamo nel merito chiedendo a Gianluigi cos’è per lui il tantra e se, o come, lo distingue dal sesso.
«Il Tantra è una via di realizzazione del sé, attraverso aspetti rituali, filosofici e meditativi, un percorso spirituale, una scelta di vita che implica diverse pratiche: meditazione, yoga, alimentazione, esercizi, massaggi, approccio alla sessualità ecc. Nei corsi di tantra che proponiamo si esplorano alcune tecniche provenienti da questa filosofia, ma praticare queste tecniche non significa seguire la via del tantra; è piuttosto un modo per portare nuova consapevolezza nella propria vita e imparare a riconoscere, alimentare, utilizzare l’energia sessuale».

Il fatto di isolare alcune tecniche dalla filosofia madre non rischia di banalizzare le pratiche?
G. «Probabilmente qualcuno tra chi segue la via del tantra quale percorso spirituale risponderebbe di sì. La mia idea è invece opposta, i nostri corsi hanno l’obbiettivo di permettere a chiunque di conoscere queste tecniche senza dover abbracciare in toto la dottrina del tantra. Talvolta la spiritualità viene utilizzata come un lasciapassare come a dire: se l’approccio è spirituale va tutto bene, altrimenti no. Dal mio punto di vista, invece, qualsiasi bisogno, qualsiasi interesse che ci conduce ad avvicinarci a questa esperienza è degno, rispettabile, a suo modo spirituale perché porta a conoscere qualcosa di nuovo, a conoscersi in modo nuovo. Io stesso mi sono avvicinato al tantra perchè desideroso di scoprire un nuovo approccio alla sessualità. Sono passati vent’anni e sono ancora qua», conclude ridendo.

Una persona può essere motivata da curiosità, dal desiderio di lavorare sulla sessualità, sui propri confini, o dalla voglia di fare esperienza, per riconoscere in seguito la sacralità di queste interazioni.
V. «Proponiamo due tipologie di corso; una orientata alla scoperta della propria intimità, del proprio piacere e della sessualità consapevole; l’altra alla conoscenza del massaggio tantrico. La prima ha un approccio più frizzante e giocoso, la seconda più meditativo e ritualistico. Ma entrambe portano a una scoperta profonda di se stessi, a risvegliare la sensorialità e con essa l’energia vitale, a percepire i propri confini e a esprimere la propria autenticità. Moltissimi partecipanti, dopo aver sperimentato uno dei due corsi, si iscrivono anche all’altro». ci dice Viola. «Durante i corsi accompagniamo le persone ad entrare in profondo contatto con se stesse anche attraverso l’interazione con l’altro. Non parliamo di spiritualità ma creiamo spazi di presenza e autenticità. Mi emoziona sempre quando i partecipanti mi dicono spontaneamente: ‘ho sentito la sacralità di questa esperienza’».

[Con l’uomo che camminava dinnanzi a me ci siamo guardati negli occhi, abbiamo danzato, abbiamo condiviso momenti di vicinanza anche fisica. Con lui e altri, uomini e donne, saremo stati una ventina. Talvolta nemmeno sapevo con chi stavo interagendo perché avevo gli occhi bendati, ma non è stato importante, perché quello che conta qui sei tu e non l’altro. L’altro è al tuo servizio. Tu decidi, senti, sperimenti e puoi sempre dire di no, anche quando cambi ruolo per permettere all’altro di sperimentarsi con te. Saper riconoscere ed esprimere i propri confini, in effetti, è una parte fondamentale e non scontata di questa esperienza].

Abbiamo capito cos’è il tantra per voi, ma il sesso?
G. «La sessualità è un campo vasto che include molte forme di interazione: parola, sguardo, tocco. Sessualità è la relazione col nostro corpo; il modo in cui ci poniamo all’altro e al mondo, in cui camminiamo o stringiamo la mano, in cui abbracciamo o decidiamo di non farlo, riguarda ogni parte di noi, non solamente gli organi genitali. La sessualità è uno specchio. Se osserviamo il modo in cui viviamo la nostra sessualità più intima: con pienezza, assecondando, richiedendo, donando, con tensione o rilassamento, eccetera, osserviamo il modo in cui affrontiamo generalmente la vita. Alcune pratiche tantriche e molte delle esperienze che proponiamo permettono di divenire più consapevoli di sé in questo ambito; i corsi, gli atelier, gli incontri di pratica, sono il luogo in cui poter riscoprire e nutrire il proprio sentire».

V. «Quando i partecipanti riportano di come grazie alle esperienze vissute durante i nostri corsi hanno modificato in positivo la loro vita o il loro rapporto con la sessualità provo grande soddisfazione. In fondo l’obbiettivo è questo: saper sfruttare il potenziale della nostra energia sessuale per migliorare la nostra esistenza».

G. «L’ energia sessuale, che potremmo chiamare energia vitale, è un’energia molto forte, un moto interiore prorompente, capace di creare e procreare. Può scaturire dall’incontro con l’altro ma non solo, ed essere sperimentata e utilizzata in tanti modi, nell’intimità, ma anche in numerosi altri ambiti: professionale, creativo, sportivo, eccetera. È un enorme potenziale che in molti è sopito ma che tutti possiamo risvegliare per portare maggiore vitalità e presenza in qualsiasi momento e ambito della nostra vita».

[Sediamo per l’ultima volta in cerchio molto più rilassati rispetto a stamani e dispiaciuti dell’imminente distacco. Qualcuno dice che questi corsi li puoi ripetere mille volte e restano sempre una scoperta. Un uomo ha elaborato la morte del padre. Una donna dice che in fondo la vita è così semplice. La persona accanto a me riconosce di essere entrata desiderosa di prendere e di aver scoperto invece la bellezza del dare. Un’altra constata che «sarebbe molto difficile riuscire a far capire fuori che cosa abbiamo vissuto oggi qui», e noi sottoscriviamo].