Il Malcantone in trenta metri quadrati

di Cindy Fogliani

A inizio ottobre è stato inaugurato Malcantòn, punto vendita di prodotti regionali e non solo, che inaugura un nuovo modo di fare rete per valorizzare le risorse del territorio prima fra tutte: le persone che lo vivono.

Ad accoglierci sono Sascha ed Eliana, ideatori di questa iniziativa. Siamo nel nucleo storico di Novaggio, in un locale storico di circa trenta metri quadri che si affaccia su via Giuseppe Bertoli. Nonostante la mattinata fresca la porta è aperta e i passanti ne approfittano per far capolino e lanciare un saluto.

“Con Eliana stiamo lavorando a una società che non c’è ancora”, ci dice Sascha che, attivo nel settore informatico, è laureato in psicologia sociale. “A mio avviso una società giusta, libera, resiliente ed ecologica è il risultato di tante piccole comunità locali capaci di provvedere in autonomia a buona parte dei propri bisogni; in pratica proprio il contrario di quanto sta accadendo con la globalizzazione”.
Si tratta dunque di inserire la retromarcia? “Piuttosto di mantenere le buone pratiche del passato coniugandole alle buone pratiche di oggi profittando delle conoscenze, della tecnologia, delle possibilità attuali”.

I pochi metri quadri sono condivisi da tre diverse realtà: una buona parte è occupata dal negozio che propone prodotti tassativamente “made in Malcantòn”. Una ventina di artigiani e produttori mettono in vendita prodotti alimentari, tessili, di cura del corpo, di bigiotteria, d’artigianato e altro ancora. “Con un modesto contributo mensile affittano una parte della superficie di vendita in cui possono esporre e vendere i loro beni incassando l’intero ricavato. Malcantòn si occupa della gestione del negozio di Novaggio, e ha creato il corrispettivo shop online (malcanton.ch). Anche in questo caso il ricavato va interamente ai produttori o artigiani che si occupano della spedizione della merce ma vengono sgravati da tutto l’onere informatico, di marketing e comunicazione.
Come è possibile sostenere i costi effettivi offrendo queste condizioni di vendita? “La ricchezza che ne ricaviamo in termini di contatti umani e collaborazioni non ha prezzo; a permettere la sostenibilità economica del progetto è, invece, l’unione tra diverse attività commerciali. Oggigiorno per le produzioni locali piccole ma di qualità è difficile emergere, farsi conoscere, e offrire un servizio vendita in linea con le aspettative della clientela moderna. Per questo è importante unirsi, in modo da far fronte a un mercato globalizzato sempre più pervasivo”.

Un bancone ospita una cassa d’antan, dietro vi è il tavolo per la riparazione di oggetti, l’antipasto dell’officina vera e propria che si trova nei locali attigui. Sascha da tempo anima i caffè riparazione organizzati da ACSI e oggi mette a disposizione le sue competenze anche a Novaggio. Al momento è alle prese con il pedale di una macchina per cucire d’epoca, che la proprietaria utilizza ancora con soddisfazione: “Quando sei abituato con l’elettronica di computer e telefonini – ambito in cui ha maturato grande esperienza – questa elettronica diventa elementare”.

Ciononostante l’attività di riparare è variegata e pone sempre molte sfide: “Non si finisce mai di imparare. Recentemente mi sono fatto dare un’infarinatura in metalcostruzioni in cambio di una consulenza informatica. Il saper fare è per me di primaria importanza e va recuperato”. A fianco di una vetrinetta in cui sono esposti smartphone, PC e accessori legati alla privacy – trasferita qui da Lugano – Malcantòn ospita una quarta realtà, che non si vede perché non occupa spazio: una piattaforma di scambio di competenze e oggetti. Al momento della nostra vista il sito è sottoposto agli ultimi test ma sarà presto in rete e permetterà agli iscritti di mettere in prestito i propri oggetti o fornire prestazioni secondo il principio della banca del tempo, secondo il quale per un’ora di lavoro offerta, è possibile ricevere a propria volta un’ora di servizio. La piattaforma è riservata a chi vive o opera in Malcantone: “È importante che la gente si conosca di persona, riscoprendo la dimensione umana e le potenzialità e la bellezza dello stare e del creare insieme. Oggigiorno la tecnologia troppo spesso separa, allontana dandoci una parvenza di vicinanza, ci confina dietro uno schermo. Noi la utilizziamo per l’esatto contrario: per incontrarci, guardarci negli occhi, partecipare, dare valore alle nostre vite, alla vicinanza e alla nostra regione”. E se una persona che vive altrove fosse interessata? “Può creare una rete locale, noi siamo disponibili a condividere esperienza e conoscenze”. Come a dire: più ce n’è, meglio è.