Dall’Australia a Sementina, i wrap artigianali ed ecologici

Lisa Panigada, già vice miss Svizzera si è lanciata in un nuovo progetto: fabbricare pellicole riutilizzabili per la protezione degli alimenti.

Di Cindy Fogliani

Il frigorifero della nonna non era così; eppure è di lei che ci rammentiamo quando l’apriamo e l’occhio cade sulle stoffe colorate che hanno sostituito le varie plastiche e stagnole. Forse è per via di quelle a quadretti bianchi e rossi; tessuti che sbancavano tra tende, tovaglie e tovaglioli dell’epoca.

I Beeco food wraps li abbiamo conosciuti a Tisana, in una bancherella colorata e curata che sembrava quella di un fiorista. Stoffe di cotone dai colori irresistibili, confezionate in varie dimensioni e imbevute di cera d’api, resina damar e olio di cocco. Ci sono piaciute ancor prima di sapere a cosa servissero. Solerti le responsabili dello stand ci hanno spiegato che vanno a sostituire le pellicole e i fogli d’alluminio nei quali si avvolgono abitualmente le più disparate pietanze: salami, formaggi, frutta, verdura, panini, merendine, eccetera. Ne abbiamo presi un paio in prova e in poco tempo ci siamo ritrovati a desiderarne un qualcuno in più trovandoli molto pratici: per ricoprire la ciotola della macedonia, quella del formaggio grattugiato, e poi anche il blocco intero, e quando si porta la torta da amici i beeco wraps non passano certo inosservati.

Riutilizzabili sul lungo periodo e in seguito compostabili o utilizzabili come accendi fuoco i beeco wraps sono nati come alternativa sostenibile ai derivati del petrolio e all’alluminio. “Li ho scoperti durante un soggiorno in Australia, dove vengono correntemente utilizzati, trovandoli subito pratici e simpatici”, ci spiega Lisa Panigada “Per questo ne ho portati molti con me nel mio ritorno in Svizzera come pensierino per i conoscenti; tutti ne volevano e in poco tempo sono rimasta senza”.

È così che decide di fabbricarne alcuni per uso personale, in fondo sembra semplice ma, in realtà, occorrono diverse prove prima di raggiungere un risultato ottimale. “I beeco wraps devono essere morbidi al tatto, facilmente modellabili, aderire ai supporti senza essere appiccicosi”, alla fine Lisa trova la ricetta che la convince e il consenso tra i conoscenti la porta ad avviare una piccola produzione decisamente famigliare. “Ha coinvolto tutta la famiglia”, ci dice sorridente la madre intenta a stirare le stoffe nella roulotte allestita ad atelier nel giardino della casa paterna: cinque metri quadri di colore, allegria ma anche meticolosità. “Tessuti e tinture, ecologici e certificati, li acquisto a Bellinzona; la cera d’api è fornita dall’apicoltura Bernasocchi di Carasso, l’olio di cocco è biologico mentre la resina damar proviene dall’Indonesia”, afferma un po’ dispiaciuta di non essere riuscita a utilizzare resina locale: “ci ho provato ma il risultato non era purtroppo ottimale”.

Oltre ad essere riutilizzabili – durano circa un anno e vanno semplicemente sciacquati dopo ogni utilizzo – i beeco wraps mantengono il cibo inalterato per più tempo e ritardano la formazione di muffe, ad esempio sui formaggi. Il merito è dell’azione antisettica della cera d’api e di una migliore traspirabilità. Non da ultimo, i wraps aggiungono colore alla tavola e danno nuova dignità ai propri cartocci.