Fornire energia autoprodotta al vicinato permette di consumare l’energia sul posto, evitando la pressione sulla rete e le perdite nel trasporto. Inoltre, è economicamente vantaggioso per tutti.
Da gennaio 2025, con l’entrata in vigore della revisione delle ordinanze legate alla nuova legge sull’elettricità, i proprietari di impianti fotovoltaici possono rivendere l’energia prodotta in esubero ai vicini collegati allo stesso punto di raccordo alla attraverso il raggruppamento per il consumo proprio (RCP) virtuale.
Il raggruppamento era già possibile in precedenza in modo particolare per edifici con più appartamenti o per stabili contigui. L’introduzione del raggruppamento virtuale permette di beneficiare di questa possibilità senza assumersi interventi tecnici, come ci spiega l’ingegnere Kim Bernasconi di Greenkey.
«Per creare un raggruppamento virtuale è necessario disporre di un contatore smart, di proprietà dell’azienda elettrica. Non è ancora chiaro se sia necessario installare un ulteriore contatore per la propria produzione sotto 30kWp (sopra era già richiesto). In questo caso è possibile che il proprietario debba assumersi l’onere di creare uno spazio idoneo nel caso questo non sia già disponibile».
Quali sono le disposizioni a cui sottostà la vendita di energia elettrica?
«Il proprietario dell’impianto può vendere l’energia in esubero al massimo all’80% della tariffa abitualmente applicata dall’azienda elettrica. L’utilizzo della corrente prodotta in loco deve avvenire in modalità autoconsumo quindi al momento in cui viene prodotta. Il surplus istantaneo che non viene consumato direttamente in loco verrà immesso in rete. A differenza della CEL (comunità elettriche locale), la comunità elettrica locale in cui è possibile vendere l’elettricità a qualsiasi utenza situata all’interno del proprio Comune che sarà attuabile dal 2026, con la RCP non si paga l’utilizzo della rete di distribuzione».
Quale iter si segue per avviare un RCP?
«Per avviare un RCP è necessario farne richiesta preliminare alla propria azienda elettrica che in due settimane informerà sulla possibilità di eseguirla; ovvero verificherà che l’utenza a cui si desidera vendere la propria energia in esubero sia collegata al medesimo punto di raccordo alla rete. In caso affermativo si potrà inoltrare la domanda ufficiale. L’azienda elettrica impiegherà circa tre mesi per rendere effettivo il raggruppamento implementando gli accorgimenti tecnici necessari che permetteranno anche chiarezza al momento della fatturazione. Tutti i proprietari di impianti fotovoltaici possono usufruire di questa possibilità, anche quando sono vincolati all’Azienda elettrica ticinese perché beneficiari del contributo Fondo Energie Rinnovabili».
Questa possibilità porterà nuovi vantaggi ai possessori di un impianto solare e darà una spinta alla svolta energetica.
«Assolutamente. L’abbassamento ai minimi storici delle tariffe di remunerazione in Ticino ha frenato la corsa al fotovoltaico registrata qualche anno fa in seguito all’aumento del costo dell’energia, alla crisi energetica e a tassi di remunerazione più elevati. Va detto che grazie agli incentivi di cui gode, a prezzi di installazione sempre più concorrenziali e a tariffe elettriche sempre più elevate un impianto fotovoltaico si ammortizza in genere dopo una decina di anni. La possibilità di vendere l’energia attraverso un RCP rende l’impianto ancor più redditizio per proprietari, acquirenti e collettività ma non solo. Il raggruppamento permette di consumare l’energia laddove viene prodotta, un fattore importante per la svolta energetica, che diminuisce i costi infrastrutturali, alleggerisce la pressione sulla rete elettrica ed elimina gli sprechi dovuti al trasporto dell’energia. Questo non potrà che dare una nuova spinta positiva al settore e alla transizione energetica, favorendo non solo i proprietari di impianti fotovoltaici ma anche i loro vicini, nonché la società intera che sarà più resiliente in materia di energia ed ecologicamente più sostenibile. Questa modalità fa bene all’ambiente e al portafoglio».